giovedì 3 novembre 2011

Ancora gli Estinti

Ultimi aggiornamenti sul fantomatico Ordine degli Estinti, di cui mi giungono notizie frammentarie dalla fredda Bavaria. Sostanziale la conferma che almeno fino alla metà degli anni '80 del XX secolo l'Ordine fosse ancora denominato Confraternita; e che nelle sue gerarchie - se così si possono definire - sia sempre stato presente un esperto di fisica e un musicista. Particolare, questo, che corrobora l'ipotesi di un nucleo di studi focalizzato sul suono e la musica come elementi determinanti di certe ricerche; e anche di alcuni aspetti della ritualità tramandata dall'Ordine. 
Da Londra presto nuovi aggiornamenti relativi ai cartigli, che sono un altro punto nodale.
Intanto siamo in tre a cercare di rintracciare l'unico esemplare manoscritto di "Cronodilatazione" redatto da Gregorio Alcesti. Non certo per procurarcelo... ma quantomeno per sapere se effettivamente esiste ancora nella sua forma originale o se sia stato smembrato nei vari documenti che lo compongono (cosa che temo).

giovedì 13 ottobre 2011

Il secondo cartiglio

Pubblico il secondo cartiglio relativo all'argomento Alfabeto Alieno, di cui avevo già mostrato un frammento qualche tempo fa.
Chiunque abbia anche solo una vaga idea in proposito...


martedì 27 settembre 2011

L'acqua e le voci occulte

Il perdurare della mia assenza da questo blog non è sintomo di disinteresse... semmai di scelte impegnative che mi tengono lontano dalla scrittura in questa sede. Faccio ammenda. In verità le cose da condividere sono molte e oltretutto questi momenti di vuoto mi mettono in condizioni di dover recuperare con affanno le tante tracce seguite finora.
Dunque, dov'eravamo rimasti?...
Il canale più importante che ho seguito durante il mese di settembre riguarda ancora il rapporto tra suoni e dimensione esoterica, con vari riferimenti agli argomenti già sfiorati in precedenza che si sono arricchiti di nuovi spunti e testimonianze, nonchè di suggerimenti talora inquietanti, per quanto affascinanti.
Dal Regno Unito non ho più avuto aggiornamenti di rilievo. L'ottimismo di John circa la possibilità di individuare una linea comprensibile nei documenti che gli ho lasciato in copia sembra essersi un po' ridimensionato. Tuttavia il suo interesse è sempre vivo.
Personalmente ho approfondito - limitatamente alle mie capacità - il contenuto dei cartigli in mio possesso, di cui pubblicherò presto quello che nessuno ha ancora visto sulla rete. Sono a un punto quasi morto... difficilissimo decodificare, non avendo alcun riferimento base. Inoltre i disegni sembrano svincolati da ogni traccia e credo che senza gli appunti di "Cronodilatazione" sia impossibile decifrare e collegare questi reperti ad un contesto più grande.
Confido, ovviamente, nei miei pochi fidati amici d'oltremanica.
Per quanto invece riguarda gli effetti della musica sulla psiche e sui campi magnetici, ho raccolto varie voci intriganti relative a un paio di brani che sono stati al centro di studi e anche di speculazioni piuttosto inquietanti. La cautela è d'obbligo, ovviamente. Però ho già sentito citare queste composizioni in diverse occasioni, una soprattutto: Geminaut.
Sembra che intorno a Geminaut sia nato un interesse particolare perchè conterrebbe suoni e voci nè naturali nè artificiali. Ovvero, suoni e voci che sono stati registrati da canali non convenzionali e poi inseriti nel pezzo musicale. P.G. mi ha detto che molte persone si sono sentite particolarmente influenzate dall'ascolto di questi suoni, sia ad un livello conscio che subconscio. Mi ha anche detto che presso un ateneo del Sud Italia (io presumo Napoli o Bari) è stato condotto un ciclo di ascolti sperimentali al fine di raccogliere dati sufficienti sulle impressioni suscitate da questa composizione, con risultati significativi e proprio per questo non ancora divulgati in attesa di compiere studi più approfonditi.
Tutto piuttosto vago, come sempre. Ma i riscontri sono consistenti. Mi sono peritato di cercare questa musica e ho scoperto che è tranquillamente reperibile sulla rete, anche se fa parte di un cd che è pressochè introvabile fisicamente ed è ricercatissimo dai collezionisti.
Indubbiamente si tratta di musica fuori da ogni schema e comprendo che si possa restarne colpiti a fondo, se ascoltata in modo realmente attento. Poi le immagini del video - personalmente - le trovo sinistre e macabre pur nella loro apparente astrattezza. C'è anche un riferimento all'acqua e ai liquidi di cui mi occuperò più avanti.
Il dato che mi è stato fatto rilevare (e non è un dato secondario) è che la completezza della registrazione originale non è paragonabile a quella delle versioni reperibili su internet, che sono formati mp3 o comunque compressi. Verrebbero a mancare delle frequenze fondamentali nella dinamica degli effetti all'ascolto, cosa che peraltro accade comunque in tutta la musica convertita in files.
Mi scrive Roberto Rocchi: nel caso di brani come Geminaut vanno distinti in ogni caso gli aspetti legati alle combinazioni di frequenze e gli aspetti di suggestione che la composizione nella sua globalità suscita. Questo perchè degli aspetti globali c'è una sorta di consapevolezza, che il soggetto può in qualche modo analizzare e condividere; mentre per gli aspetti fisici risulta più difficile trarre oggettivamente una qualche descrizione della propria percezione, ammesso che se ne abbia coscienza.
M.S. invece mi scrive: quando ascolti Geminaut nel modo corretto è come se i vari livelli, i vari strati del suono si separassero e tu li potessi distinguere simultaneamente... ci sono diversi rumori non riconducibili ad alcun fenomeno naturale che però non sono stati generati con strumenti elettronici... e poi le voci distorte che sono in primo piano sembrano una specie di depistaggio per altre voci che si sentono molto sotto... tempo fa avevo letto qualcosa a proposito di quella specie di "muggito" che si sente ogni tanto, e probabilmente sono cazzate, vaneggiavano su manifestazioni medianiche o qualcosa del genere.
Insomma, la traccia che porta a questa composizione musicale così anomala mi riconduce a molti elementi che sono stati oggetto di interesse in questi mesi, specie alla luce delle mie conversazioni britanniche.




mercoledì 3 agosto 2011

Cronovisore... e cronoauditore

Si sovrappongono le fonti informative e nella mia testa cerco di tirare le somme di un intricata riflessione su quanto discusso negli ultimi due mesi. Londra è stata foriera di nuovi spunti e notizie alquanto interessanti; ma nel frattempo ho gestito altri interlocutori che mi hanno dato aggiornamenti cospicui.
John, dalla terra di Albione, mi ha scritto qualche e-mail sottolineando che i cartigli di cui gli ho mostrato le foto sono sicuramente citati anche nei fascicoli di "Cronodilatazione" di Alcesti, benchè probabilmente non trascritti. Secondo lui questi cartigli fanno parte di un manoscritto più vasto redatto negli anni '40 o '50, che fa riferimento al non meglio specificato culto della dilatazione (??) praticato da una minoranza di membri della allora Confraternita degli Estinti, oggi Ordine degli Estinti.
Nebbia totale, per me. Dovrò approfondire e cercare tracce che già so vaghe e filamentose.
Peraltro, sempre a proposito di "Cronodilatazione", John scrive che Alcesti aveva trovato conferma sia dell'esistenza del cronovisore di Ernetti sia di un altro apparecchio con caratteristiche similari, ma differente dinamica, che poteva essere definito un cronoauditore.
Questo apparecchio sarebbe citato negli appunti di Alcesti e anche disegnato. Il suo funzionamento avrebbe consentito di captare segnali sonori provenienti dal passato e da altre dimensioni spaziali, con un rapporto di causa/effetto vicino a quello del cronovisore (che capterebbe tracce molecolari e frequenze luminose di cui l'ambiente resta pervaso) e la possibilità ovvia di registrare quando udibile dalla raccolta di frequenze - sonore - effettuata in un determinato ambito.
Incuriosito (per non dire intrigato) seguo anche questa pista. Il cronoauditore cade a fagiuolo con le mie ricerche sugli aspetti esoterici del suono e della musica.

venerdì 8 luglio 2011

Deformazioni cerebrali (?)

In attesa di nuove comunicazioni dalle mie amicizie londinesi, pubblico la traduzione - faticosamente portata a termine - di una sorta di intervista che mi è stata fornita da John prima del mio ritorno in Italia. Dopo avergli accennato alle informazioni ricevute da Smith e al mio interesse crescente per l'universo dei suoni, John ha colto l'occasione per sottolineare che intorno alla musica (a un certo tipo di musica) si stanno muovendo grandissimi "affari" e che varie entità, a vario titolo, stanno cercando di tirare le somme per capire cosa effettivamente sia stato sperimentato ed appurato in quell'ambito.
Quando mi ha consegnato questo documento, non mi ha specificato più di tanto: mi ha detto "leggitelo bene".
Senza ulteriori commenti, vi offro la traduzione del testo integrale (che sembra indubbiamente lo stralcio di una stesura molto più ampia)

Rosenberg - In quale modo lei è venuto a conoscenza di quello che era accaduto?

P.D. - Davenport mi aveva riferito che l'esperimento di interazione col campo magnetico era stato considerato un fallimento, perchè non aveva dato i risultati sperati. C'erano delle aspettative disattese. Tutto si concentrava su quello che loro speravano di dimostrare e così trascurarono altri tipi di risultato.

Rosenberg - Ovvero?

P.D. - Lewis lasciò una parte della relazione relativa all'esperimento nelle mani di Davenport, che ne trasse conclusioni diverse da quelle - considerate fallimentari - tratte dal gruppo di studio. Così ebbe modo di accertare che una frazione del campo era stata alterata fortemente non appena i due generatori di suono erano entrati in coordinazione. Si trattava di pochi secondi, forse tre o quattro; ma a Davenport risultò evidente che era un dato non trascurabile.

Rosenberg - Che tipo di alterazione?

P.D. - Una distorsione, un piegamento tale da far supporre, in linea teorica, che i presupposti dell'esperimento erano validi. Solo erano stati male analizzati, trascurando quel momento. Il campo magnetico così preparato aveva interagito grazie alla coordinazione delle frequenze su una scala forse troppo piccola. L'esperimento era stato allestito in un luogo che non consentiva "grandi volumi". Davenport mi disse che secondo lui ricreando la cosa su scala più ampia si potevano rilevare i dati molto meglio e forse anche più a lungo. Questo perchè una maggiore potenza del campo magnetico e del volume del suono avrebbe stabilizzato meglio l'effetto di alterazione.

Rosenberg - Ma Davenport non ha mai avuto modo di ripetere l'esperimento in questo modo.

P.D. - No. Non aveva credito, o meglio non davano credito alla sua convinzione che ne valesse la pena. Lui qualche settimana dopo mostrò la relazione a S. a Londra e S. si dichiarò interessato a quei risultati. Davenport era frustrato. Parlava poco.

Rosenberg - S. in quel momento aveva già saputo della moglie di K.? Conosceva già la storia di quella traccia musicale?

P.D. - Sì. Ma non aveva realmente fatto alcun collegamento tra gli esperimenti condotti in Australia e quel fortunoso caso. Che anche se non testato direttamente, rappresentò la classica lampadina, o la classica mela di Newton, se vogliamo. S. raccontò l'episodio della moglie di K. a Davenport e gli disse che probabilmente quel brano musicale conteneva - in qualche punto - una combinazione di frequenze in grado di riprodurre in determinate condizioni e circostanze un effetto di distorsione sui campi elettromagnetici del cervello umano.

Rosenberg - Un effetto diretto? Cioè... non un riflesso psichico determinato da stati emotivi?

P.D. - Esattamente. Un effetto diretto. La combinazione particolare di suoni, in una precisa circostanza, aveva condizionato la moglie di K. a tal punto da sconvolgerle la vita. Con un'interazione di portata pari a quella di un effetto chimico. Era come se le avessero iniettato qualcosa di potente in grado di alterare molte delle sue percezioni, delle sue modalità di percezione.

Rosenberg - La moglie di K. è mai stata oggetto di studi approfonditi in merito?

P.D. - Da quello che so K. non ha mai voluto muoversi in questa direzione. Temeva che qualsiasi indagine potesse in qualche modo amplificare o condizionare gli effetti già rilevanti di quello che aveva subito. E secondo me è plausibile che temesse il rigetto di una teoria simile, il discredito in ambito accademico, benchè lui fosse autorevole in materia e avesse tutto il diritto di porre la questione, almeno in modo discrezionale.

Rosenberg - Ma ciò che accadde alla moglie di K. aveva qualcosa a che fare con l'esperimento di cui faceva parte Davenport? C'erano dei collegamenti sul piano strettamente scientifico?

P.D. - E' molto difficile dirlo. Di sicuro gli effetti di distorsione dei campi elettromognetici correlati all'uso di particolari frequenze sonore sono un dato di fatto non ufficializzato. Tutto quello che ho appreso finora è un puzzle enorme di informazioni pervenute a vario titolo. Sono quasi certo che un giorno saremo in grado di dimostrarlo scientificamente, sempre che venga ritenuto lecito farlo. I campi di applicazione di un fenomeno del genere potrebbero essere vasti e anche pericolosi. Arriveremmo a capire e a confermare che il suono produce effetti di qualche tipo sul cervello che non sono semplicemente relegati alla sfera emotiva. Ci sarebbe un approccio molto diverso da quello avuto finora... e mi riferisco al fatto che diamo per buona l'influenza che la musica ha sulle piante, sugli animali, sugli umani, condizionandone comportamenti e anche alcune funzioni fisiologiche. Che però finora abbiamo correlato più che altro agli stati d'animo.

Rosenberg - Ma la moglie di K. che musica aveva ascoltato?

P.D. - K. è sempre stato reticente a parlare di quella traccia. Ma è quasi certo che si tratti di un brano del compositore italiano di musica elettronica Federico De Caroli, meglio noto come Deca, che a partire dalla fine degli anni '90 ha pubblicato alcuni dischi interessanti, piuttosto sperimentali. Davenport stesso me ne ha parlato, perchè lui conosce questo genere di musica molto bene. E' un appassionato. Secondo lui Deca conosce metodologie di produzione ed elaborazione del suono che definisce trasversali. Ha inserito particolari suoni nelle sue composizioni, sicuramente conscio del tipo di innovazione, ma forse non conscio delle caratteristiche fisiche intrinseche. Non è uno scienziato, è un artista. Ha una conoscenza intuitiva del mondo dei suoni, ma questo non significa che non abbia controllo su ciò che fa. L'ispirazione spesso segue strade altrettanto rigorose di quelle scientifiche, benchè l'intuizione produca risultati che rimangono confinati in un limbo finchè non vengono codificati.

Rosenberg - E' plausibile che la moglie di K. non sia stata l'unica persona ad ascoltare quella traccia. Non si è mai avuta notizia di qualcuno che ha subito le stesse conseguenze? Che ha avuto disagi o disturbi simili?

P.D. - E' molto difficile dirlo. Può essere, ma ci sono fattori circostanziali e soggettivi che sicuramente hanno influenzato il rapporto di causa ed effetto tra suoni e cervello. Ma appurando quale esatto brano fosse... Davenport e S. pensavano a qualcosa di poco usuale, al di fuori dei normali canoni musicali. In tal senso Deca dal 1998 in poi ha pubblicato dischi che contengono tracce molto strane. Abbiamo letto un po' ovunque che le sonorità di questo artista stimolano l'immaginazione, anche a livello onirico.

giovedì 30 giugno 2011

Non sono sparito...

...non sono sparito.
Sto solo riordinando idee e informazioni tra un impegno e l'altro.
Presto novità e sviluppi interessanti.

venerdì 10 giugno 2011

Alfabeto alieno: sviluppi

Tra i miei appuntamenti londinesi - più o meno previsti - il terzo è stato con un amico conosciuto non molto tempo fa, appassionato di incunaboli, manoscritti e amenità occulte varie. E quel che più è bizzarro, neanche a farlo apposta, ci siamo incontrati (per la prima volta di persona) davanti al bookshop di Peter Harrington in Fulham Road!!
Dunque per la seconda volta nel giro di 72 ore mi sono ritrovato laddove aleggiava l'oscura presenza di Crowley. Ed è stata la prima cosa che ho fatto notare all'amico John quando gli ho stretto la mano sulla soglia del fantastico e quasi sacrale covo di Harrington.
Dopo quasi un anno di comunicazioni epistolari via internet, il dialogo diretto ha conferito alle nostre argomentazioni un alone più friendly, condito di risate e battute che nelle e-mail non erano mai emerse. Tuttavia devo dire che John ha una cultura editoriale mostruosa e sul fronte dei manoscritti ha sublimato la semplice fascinazione da collezionista in bagaglio intellettuale quasi scientifico.
Mi fido della sua oggettività, perchè aldilà dell'approccio informale si sente che prende ogni dettaglio seriamente e non si sbilancia mai oltre il ragionevole dubbio.
Ovviamente gli ho mostrato immagini del cartiglio che ho già pubblicato due volte in questo blog e che comunque lui aveva già visionato sul blog stesso. In verità io posseggo due immagini di due frammenti diversi... e una non l'ho mai pubblicata, convinto che all'atto di qualche controverifica sia meglio così. A John ho mostrato entrambe le foto e lui l'ha analizzate ulteriormente in mia presenza, dichiarando subito di fornirmi nero su bianco le sue considerazioni solo quando le avrà organizzate bene.
Per posta elettronica, in ogni caso, mi aveva già dato due indicazioni subito prima della mia partenza per il Regno Unito: l'alfabeto scritto sul cartiglio ha riferimenti semiologici precisi con almeno quattro altri alfabeti base conosciuti; l'oggetto ricurvo e dentato abbozzato sul cartiglio è a lui già noto e trattasi di un pugnale.
Va da sè che non vedo l'ora di leggere il suo rapporto: questa faccenda continua ad appassionarmi e, anche se non riesco a trovare nessun altro che abbia confidenza con questo frammento, sento che è una miniera di scoperte interessanti, se non sorprendenti.
Nel bookshop di Petere Harrington alla fine non ci siamo entrati. Siamo entrati invece in un bar a sgranocchiare qualcosa e a parlare di Lovecraft, del Necronomicon e di altri gadget culturali su cui si conversa sempre volentieri.
Fulham Road... non c'è il due senza il tre: infatti uno dei miei successivi momenti londinesi mi ha nuovamente condotto lì.
Destino?